«La gente si chiedeva: “Perché non possiamo vivere in pace?” “Ma chi vuole la guerra?”, “Perché non utilizziamo tutte le cose meravigliose di cui disponiamo per vivere bene?”, “Perché non si utilizza il fiume di denaro che entra nelle casse statali per risolvere i nostri problemi?”, “Possibile che con tutte le tecnologie e gli scienziati che abbiamo non sia possibile smettere di inquinare?”, “Possibile che non possano accordarsi vuoi tra nazione e nazione, vuoi all’interno delle nazioni?”, “Ma chi ci governa e chi trae profitto da questa situazione non vive sulla Terra? Non ha dei figli?”.

La maggioranza dei cittadini, anche nei Paesi più ricchi, era arrabbiata e scontenta. La gente aveva paura per il presente e per il futuro. Il sentimento più preoccupante era la disperazione cioè la mancanza di speranza».