Cosa si poteva fare?

«Inutile votare?».

«Chiunque venisse eletto non cambiava niente! La maggioranza non andava più a votare. Una minoranza aveva iniziato a protestare, anche violentemente. I rimanenti andavano a votare con riluttanza dando la preferenza a chi non aveva governato per ultimo, o per la destra se l’ultima volta avevano dato la preferenza alla sinistra o viceversa».

«E i politici non facevano niente?».

« Proponevano nuove coalizioni, cambiavano nome ai partiti, sostituivano i loro leader, cambiavano le Leggi elettorali, cercando di invogliare comunque qualcuno ad andare a votare, al fine di “legittimare democraticamente” la loro democrazia. All’inizio avevano presentato le persone più importanti e conosciute, poi, quando queste avevano deluso, nuove persone e partiti, poi “tecnici”, poi partiti “non politici” o addirittura contro la politica, poi donne e, infine, ragazzi e ragazze belli e simpatici, di poco superiori ai vent’anni, sorridenti, vestiti all’ultima moda. Guardare ed ascoltare, in televisione, questi bei giovani capi di governo, ministri dell’economia, dell’ambiente o delle forze armate, o sindaci, che ci assicuravano che stavano lavorando per risolvere i nostri problemi, presenti e futuri e che ogni cosa andava bene, faceva gelare il sangue nelle vene.

Alcuni dicevano: “Proviamo ancora questi! Vediamo cosa fanno!” Altri, invece, affermavano: “Ma al termine di un ulteriore mandato elettorale, cioè quattro, sei anni, come sarà la situazione? Era meglio cinque anni fa o oggi?”. La risposta era sempre la stessa: “Più il tempo passa peggio è”. Tutti, sconsolati e disperati dicevano: “E cosa possiamo fare se non delegare dei nostri Rappresentanti?”»